Era il 13 settembre 2022 quando la ventiduenne curda Mahsa Amini è stata bloccata a Teheran da una pattuglia della polizia morale, che l’ha arrestata perché portava il velo in modo «non appropriato», lasciando libere alcune ciocche di capelli.
Portata in caserma, è stata torturata e percossa fino alla morte. La foto che la ritrae in coma in un letto di ospedale ha fatto esplodere il Paese. Mahsa è morta il 16 settembre, per le violenze subite, anche se un comunicato del governo recitava: «Mahsa Amini è morta per malattia, e durante la breve detenzione non è stata picchiata».
Da quel momento decine di migliaia di donne, accompagnate anche da uomini, in molte città dell’Iran si sono riversate nelle piazze per diverse settimane, scoprendosi il capo e spesso improvvisando dei falò di hijab, al grido: «Donna, vita, libertà!».
Sabato 4 marzo, alle ore 16.00, “Iran. Il coraggio delle donne” in Villa Casati Stampa, piazza Soncino 5 a Cinisello Balsamo.
Letture a cura di Mille&unavoce
Intervengono: Farian Sabahi – giornalista e storica
Rayana Tabrizi – attivista iraniana