Mercoledì 17 maggio 2023 alle ore 17.45, presso la Chiesa dei Santi Cosma e Damiano, a Genova in piazza San Cosimo, nel Centro Storico, Il Centro Culturale San Paolo di Genova organizza la presentazione del libro: “VITA SPIRICOLATA. LA MIA FEDE FRA LE NOTE” di Don Roberto Fiscer
Don MATTEO FIRPO, coordinatore dell’Ufficio Catechistico dell’Arcidiocesi di Genova
dialoga con Don ROBERTO FISCER, fondatore di Radio fra le note e Autore del libro
ingresso libero – info libreriasanpaologenova@stpauls.it tel. e 010.24.69.292
Chi è Don Fiscer
Per chi non lo conoscesse, Don Roberto viene ordinato sacerdote nel 2006. Apparentemente potrebbe sembrare un sacerdote comune, ma in realtà si distingue per il suo linguaggio giovanile, di cui si serve soprattutto sui social (grazie ai quali è diventato un vero e proprio influencer del Vangelo), e per l’utilizzo di tormentoni musicali modificati in versione cristiana.
I temi affrontati
le persone incontrate, le avventure della sua vita da “prete social” con tanti follower su TikTok e Instagram, ma anche l’impegno verso gli emarginati ed i malati, questi i temi trattati nel libro. Ma soprattutto Dio e la musica. In poche ma emozionanti pagine, Don Fiscer ci racconta la propria vita: dall’infanzia in cui sognava di diventare capo ultras all’adolescenza nelle vesti di dj nelle navi da crociera, fino alla maturità, momento in cui abbraccia la vocazione al sacerdozio. «E’ innanzitutto un regalo che ho fatto a me stesso. Ad un certo punto della mia vita mi sono reso conto che c’erano cose che meritavano di essere ricordate. Voglio che rimanga nero su bianco quello che il Signore ha “scritto” nella mia vita attraverso le persone che ho incontrato durante il mio percorso». Così risponde il parroco alle domande sul motivo per cui ha deciso di raccontare il proprio vissuto in questo libro.
Come nasce Radio fra le Note
Don Roberto parla anche dei mille progetti con grandi e adulti: bivacchi, campi estivi, GMG ed infine il più grande di tutti, Radio fra le note. «Radio fra le note si chiama così perché quando sono arrivato a San Martino c’era questo oratorio che si chiamava Fra le case. Quindi sono andato dal parroco, Don Adriano, e gli ho detto: “Io vorrei fare una radio, però la chiamo Fra le note; e da lì è nata poi l’avventura. Dalla radio del quartiere ci siamo allargati e siamo andati a San Martino ed anche al Gaslini». Così Don ripercorre le tappe della fondazione della Radio, che pochi mesi fa ha festeggiato i suoi dieci anni di attività.
La radio ha costituito e costituisce ancor oggi un importantissimo mezzo, sia per i bambini ricoverati al Gaslini, sia per i detenuti del carcere di Marassi, per evadere dalle loro sbarre di corpi malati e ferro e regalare loro un sorriso. Ma non solo questo; Radio tra le Note ha rappresentato anche la speranza, durante il periodo di lockdown, di poter ritornare tutti insieme a vivere. Come ricorda Don Roberto «Molte sono state le testimonianze di chi, grazie alla radio, si è sentito meno solo». E alcune di queste testimonianze il Don le ha inserite proprio nelle pagine successive, come quella di Cinzia che scrive «Per me, insegnante di religione a Napoli, veder coinvolti i miei alunni è stato davvero importante. Metterli in collegamento con la radio, alleggerirli in un momento così pesante come la pandemia. Far vivere loro ore in serenità con giochi e anche con i loro interventi, preparati in DAD, da trasmettere in onda alla radio».
All’interno di questa biografia, breve ma emozionante, sono narrati episodi divertenti e coinvolgenti, ma anche alcuni commoventi e che portano il lettore a riflettere sull’importanza della solidarietà e del donarsi al prossimo.
Il tutto accompagnato da una leggera ironia che in diversi momenti strappa un sorriso ai lettori.
Un volume che mostra come, partendo dalle proprie passioni, si possa comunicare un bellissimo messaggio di fede e carità, e che mostra come, attraverso il gioco e la preghiera, tantissimi giovani -che prima erano poco o per niente coinvolti all’interno delle comunità cristiane-si siano avvicinati alla Chiesa perché la parrocchia è casa solo se lo è per tutti».