Mercoledì 6 marzo alle ore 17.30, il cardinale Jozef De Kesel, arcivescovo emerito di Malines-Bruxelles, sarà a Genova per un incontro pubblico sul tema del suo ultimo volume Cristiani in un mondo che non lo è +. La fede nella società moderna (Libreria Editrice Vaticana). Quest’evento, promosso dalla Libreria San Paolo di Genova e dalla Libreria Editrice Vaticana, si terrà nella Sala Quadrivium (Piazza Santa Marta, 2). A dialogare con il cardinale De Kesel sarà Gigi Borgiani,direttore della Fondazione Auxilium. Parteciperà Don Gianni Grondona, Vicario Episcopale per la comunione ecclesiale e la sinodalità, che introdurrà l’incontro. Sarà presente S.E. Mons. Marco Tasca, arcivescovo di Genova.
Il volume verrà presentato lo stesso giorno a Camogli, al Monastero di San Prospero (Via Romana, 59) alle ore 21.00. In apertura il saluto del priore domFrancesco Maria Pepe.
Il cardinale Jozef De Kesel propone nel suo libro una riflessione sul futuro del cristianesimo in Europa, sull’essere Chiesa in una società come quella occidentale,nella quale la presenza dei cristiani è oggi marginale a livello sociale. Si tratta di un dialogo con la società moderna.
L’arcivescovo emerito di Malines-Bruxelles basa le sue argomentazioni su una solida formazione biblica e su un’ampia esperienza pastorale: teologo e biblista, hastudiato all’Università Cattolica di Lovanio e alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. Ha insegnato teologia a Gand e a Lovanio, e prima di Bruxelles haguidato la diocesi di Bruges.
La sua risposta si esplica in una figura di Chiesa che oggi è «più piccola» rispetto al passato ma che è chiamata ad essere «più umile, professante, aperta». Nel volume, Jozef De Kesel mette in luce l’esperienza dei monaci di Tibhirine, in Algeria, resi celebri dal film Uomini di Dio, vedendo in questa testimonianza «il paradigma di ciò che può essere la Chiesa» nella nostra società. «Una Chiesa fedele alla sua fede, priva di complessi e di arroganza. Ma anche una Chiesa aperta,solidale con le domande e le sfide, le gioie e i dolori degli uomini del nostro tempo».
Meno numerosa ma capace di dialogare e farsi presente nel mondo: questa la Chiesa che il cardinale De Kesel auspica sia presente nell’Occidente secolarizzato: «Non possiamo ritirarci dalla vita in società e costruire un mondo a parte. Diciamo no a una Chiesa chiusa e ripiegata in sé stessa, no alla privatizzazione della fede, no a un cristianesimo estraneo al mondo! La nostra dev’essere una Chiesa che rende testimonianza al Vangelo e fa sentire la sua voce nei grandi dibattiti etici e della società, per contribuire a salvaguardare l’umanità dell’uomo e il futuro del nostro pianeta».