IANUA Genova nel Medioevo

In occasione di IANUA Genova nel Medioevo, abbiamo il piacere di invitarvi alla rassegna COLLOQUI INTERMEDIEVALI che si terrà nella Chiesa dei Santi Cosma e Damiano (Genova Centro Storico) a partire da martedì 23 aprile 2024 ore 17.30.

Il ciclo di incontri è organizzato dalla Libreria San Paolo e Centro Culturale San Paolo di Genova con il sostegno dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme – Delegazione di Genova e il Patrocinio dell’Arcidiocesi di Genova – Ufficio Cultura. Curatore scientifico Prof. Francesco Mosetti Casaretto (Università degli Studi di Torino)

Ecco il programma:

COLLOQUI INTERMEDIEVALI

La tecnologia ha creato una nuova coscienza del tempo, alla base della quale c’è l’idea di una scienza, che si sviluppa e progredisce in contrasto con le arti. Si ha così la drammatica sensazione di vivere in una dimensione alienante, dove l’Uomo si allontana da se stesso, trascinato in avanti da un ignoto futuro. Tempo del Cristianesimo totalizzante, il Medioevo è radice e culla della civiltà occidentale, e resiste a questo moto di spaesamento. Conoscerne i testi, non solo la storia, consentendo loro di parlare di nuovo, può costituire l’antidoto necessario a riportare l’anima del nostro mondo a equilibrio e armonia.
I «Colloqui Intermedievali» hanno lo scopo di creare uno spazio qualificato di incontro e di divulgazione su un tema macroscopico della cultura e della letteratura medievale, affrontandolo contestualmente da diversi punti prospettici.

  1. Martedì 23 Aprile 2024 ore 17.30

DEL TEATRO NEL MEDIOEVO

alla scoperta di un presunto assente: la teatralità medievale

Francesco Mosetti Casaretto, Dinamiche del teatro nel Medioevo

• Il Medioevo è, almeno nell’immaginario vulgato, l’età presunta austera (non più «oscura»), senza riso e senza teatro. La domanda è: davvero, il teatro è assente nel Medioevo? In quali forme, in quali àmbiti sopravvive l’idea di teatro nell’Età di Mezzo? Quale teatralità è possibile per la cultura monastica medievale? Quali testi, quali autori, quali peculiarità e quali rapporti fra le diverse letterature medievali, questo «teatro» interseca? Ebbene, è nell’escursione concessa a questa incognita, che sta la realtà e la leggenda sulla teatralità medievale: ovvero, sta da un lato, la concretezza storico-scientifica dei dati e dall’altro, la proiezione, più o meno esotica, del pregiudizio.

Luigi Maio, Tridimensionalità drammaturgica della Commedia di Dante

• La Commedia di Dante è un esempio tangibile di come il Medioevo declinava il teatro della mente «in 3D». La lettura del «Musicattore» Luigi Maio, già Premio «Dante Alighieri» nel 2021, ci restituisce un’inedita interpretazione del capolavoro dantesco, mostrando come ciascun personaggio della Commedia abbia una singola e individuata espressività drammatica, una sua propria anima, che resiste a ogni monocroma lectura Dantis. Se non si percepisce la profondità tridimensionale del capolavoro dantesco, se ne perde del tutto il portato «teatrale». Luigi Maio, oltre a illustrare la natura scenica del testo, ne fornirà concretamente qualche esempio con la sua voce e la sua mimica, scorporando i personaggi della Commedia dal loro blocco narrativo e rilevandoli a tutto tondo nella mente dello spettatore.


2. Martedì 30 Aprile 2024 ore 17.30

DI EROS E DI AGAPE

vicende amorose tardoantiche e medievali

Edoardo Bona, Matrimoni casti e unioni sospette

• Più ancora che in altre epoche, nel Tardo Antico la consueta tensione fra le scelte di castità e le lusinghe della carne è oggetto di riflessioni e narrazioni: si parla ovviamente del pericolo insito nella frequentazione di persone dell’altro sesso da parte di persone consacrate e votate alla castità, ma esistono anche casi opposti, come la scelta di mantenersi casti all’interno di unioni matrimoniali o amori immortali non ‘consumati’. L’intento è quello di presentare alcune narrazioni da cui risulta evidente la propensione per queste particolari storie d’amore: per amori, cioè, di là dai consueti canoni amorosi.

Francesca Robusto, Matrimonio segreto e nostalgia sospetta

• La vicenda di Abelardo ed Eloisa, narrata nel celebre epistolario, rappresenta una delle tematiche più complesse della letteratura latina medievale. Spesso infatti, il contenuto di queste epistole è stato letto senza tener conto dell’ambiente culturale monastico nel quale sono state composte e al quale, a tutti gli effetti, si rivolgevano. In particolare, la discussione legata al matrimonio (contratto in segreto) rende necessaria un’indagine che collochi in una prospettiva autenticamente medievale, ma soprattutto autenticamente monastica, ciò che è stato interpretato invece come una semplice e struggente pagina di letteratura amorosa dai toni cortesi. Anche le espressioni nostalgiche e tragiche nelle epistole di Eloisa devono essere contestualizzate in maniera più consapevole rispetto a quanto è stato fatto finora: la dichiarata incapacità di distogliere il pensiero dalla sua passata relazione con Abelardo, per esempio, rivela, in realtà, un’inquietudine dolorosa e profonda per il destino della propria anima, rappresentando, al contempo, un pericoloso ostacolo per la Salvezza di entrambi gli amanti, e dev’essere superato.


3. Martedì 7 Maggio 2024 ore 17.30

DELLA COMMEDIA MEDIEVALE

medievalizzare Plauto

Gioachino Chiarini, L’Anfitrione di Plauto: prendersi gioco, vederci doppio?

• L’Amphitruo (Anfitrione») è il capolavoro (dello sperimentalismo) plautino sul tema, assai trattato, del «doppio». Non riguarda né gemelli veri (Manaechmi) né gemelli finti (Persa), bensì una somma bravata del sommo Giove, il quale, in una delle sue più famose avventure amorose con donne terresti, non si trasforma né in animale, né in minerale, ma in un essere umano del tutto identico, nell’aspetto, al marito della donna da conquistare (verità e menzogna, realtà e illusione).

Carlotta Rivella, Il Geta di Vitale di Blois: attualizzare, sentirci doppio?

• Il Geta è un componimento latino di cinquecentotrenta distici elegiaci composto intorno al 1145 da un maestro, Vitale di Blois, sulla falsariga dell’Amphitruo di Plauto. È considerato il capostipite di un nuovo genere parateatrale, la cosidetta «commedia elegiaca». Nonostante i molti punti di contatto con Plauto, la rielaborazione di Vitale è tutt’altro che pedissequa: a partire dal riproporre in versione medievale il celebre tema del «doppio di Anfitrione», che qui da «visivo» si fa «acustico», numerose sono le attualizzazioni comiche messe in campo dalla grande forza rinnovatrice di Vitale, tutte vòlte a donare nuova vita all’Amphitruo, narratologicamente percepito come troppo lontano dal gusto del pubblico del XII sec. Si tratterà ancora di teatro?


4. Martedì 14 Maggio 2024 ore 17.30

DEL VIAGGIO NEL NORD

il Medioevo e il viaggio verso l’ignoto

Fabio Mantegazza, Santi e naviganti nell’Irlanda medievale

• I santi irlandesi sono protagonisti di alcune delle storie più fantasiose e immaginifiche del Medioevo, e mostrano numerosi punti di contatto con le saghe vernacolari. Particolarmente interessanti sono i racconti di navigazione: dalla Navigatio sancti Brendani all’Immram Maele Dúin, dall’Echtra Condla alla Vita sancti Albei, le meraviglie del creato attendono i santi e i naviganti nell’Irlanda medievale.

Rita Caprini, Vichinghi

• Tra le saghe islandesi, tramandate a lungo oralmente e messe poi per iscritto alla metà del XIII sec., due, La saga di Eirik il Rosso La saga dei Groenlandesi, tramandano la memoria della scoperta e del tentativo di colonizzazione delle coste del Nord America da parte dei Vichinghi, che dall’Islanda si erano trasferiti in Groenlandia, allora favorita da un clima più mite di quello degli ultimi secoli. La cosiddetta Saga di Eirik il Rosso ricorda principalmente le avventure di uno dei figli di Eirik, Leif, detto «il Fortunato» appunto per aver scoperto la terra che i Vichinghi chiamavano «Vínland». Il racconto delle due saghe è stato talvolta messo in dubbio, ma ci sono buoni motivi per ritenerlo veritiero.Cuore sacrale delle principali religioni monoteiste, cantata da salmisti e profeti, Gerusalemme vive da sempre una dicotomia. Sospesa fra Cielo e Terra, possiede due volti, spirituale e materiale, in perenne dialettica tra loro. Ciò, a maggior ragione, in quel Medioevo latino-germanico che fece della città il fulcro della propria concezione del mondo. L’Europa cristiana guardava alla Città Santa come alla propria meta ideale. Chierici, pellegrini, crociati, intellettuali e artisti, nobili e popolani, manifestavano il desiderio di andarci se non d’appropriarsene con la forza. Altri, invece, preferivano esaltarne il carattere spirituale. Nel tempo, tale tensione avrebbe dato adito al tentativo di traslarne in Occidente la sacralità attraverso l’erezione di santuari ad instar Sepulchri o la ricerca di reliquie eminenti. Il libro esplora la storia di Gerusalemme nei secoli medievali, con particolare riguardo alle sue molteplici dimensioni e al ruolo rivestito nei quadri culturali dell’Occidente medievale.


5. Sabato 18 Maggio 2024 ore 17.00 (in occasione dei Rolli Days)

DEL CIELO IN TERRA

Francesco Mosetti Casaretto – Antonio Musarra

colloquio a due voci sul volume

Antonio Musarra, Fra Cielo e Terra. Gerusalemme e l’Occidente medievale, Roma, Carocci, 2024

Cuore sacrale delle principali religioni monoteiste, cantata da salmisti e profeti, Gerusalemme vive da sempre una dicotomia. Sospesa fra Cielo e Terra, possiede due volti, spirituale e materiale, in perenne dialettica tra loro. Ciò, a maggior ragione, in quel Medioevo latino-germanico che fece della città il fulcro della propria concezione del mondo. L’Europa cristiana guardava alla Città Santa come alla propria meta ideale. Chierici, pellegrini, crociati, intellettuali e artisti, nobili e popolani, manifestavano il desiderio di andarci se non d’appropriarsene con la forza. Altri, invece, preferivano esaltarne il carattere spirituale. Nel tempo, tale tensione avrebbe dato adito al tentativo di traslarne in Occidente la sacralità attraverso l’erezione di santuari ad instar Sepulchri o la ricerca di reliquie eminenti. Il libro esplora la storia di Gerusalemme nei secoli medievali, con particolare riguardo alle sue molteplici dimensioni e al ruolo rivestito nei quadri culturali dell’Occidente medievale.


6. Martedì 21 Maggio 2024 ore 17.30

DELL’EPICA ANIMALE

storia e fortuna del romanzo della volpe più famosa del Medioevo

Massimo Bonafin, Il Romanzo di Renart la Volpe

• Il «Romanzo di Renart  la Volpe» (Roman de Renart) è un cantiere fondamentale per chi voglia studiare e conoscere la letteratura medievale nella pluralità dei suoi aspetti. Codifica il genere della epopea animalistica nel XII sec., facendo confluire insieme la tradizione antica della favola di animali e il folklore eurasiatico del racconto zoomorfico in una accesa rappresentazione comica e satirica della società, imperniata sull’antagonismo del lupo e della volpe.

Micaela Latini, Reinecke la volpe

• Il Roman de Renart è ripreso da Goethe, che compone il suo Reineke Fuchs. Il testo viene qui letto secondo un doppio binario: per un verso, si collocherà l’opera all’interno del tracciato culturale di Goethe e del suo tempo (Lessing, ad esempio); per altro verso, si cercherà di rivisitare la lezione goethiana all’interno del dibattito attuale sui cosiddetti «Animal Studies».